Sistema Sementiero semplificato per il Farro della Garfagnana
SiSFa



Obiettivo principale del progetto di cooperazione è quello di sviluppare un modello semplificato di riproduzione del seme di Farro della Garfagnana. Tale modello dovrà garantire il mantenimento della purezza del seme e l’ampia variabilità genetica nei rapporti prestabiliti fra i differenti ideotipi provenienti da diversi lotti autoctoni.



Premessa
La coltura del Farro della Garfagnana deriva da un processo dapprima di domesticazione e successivamente di selezione in gran parte operata dall’ambiente di coltivazione sesso. Ad una prima riduzione drastica della diversità genetica è seguito un periodo di stabilizzazione in cui si è formato l’attuale Farro autoctono in equilibrio con l’ambiente pedoclimatico di coltivazione. L’ampia diversità genetica si riscontra in differenze morfologiche e fenologiche tanto da non parlare di varietà ma bensì di popolazione, una caratteristica ormai quasi completamente scomparsa nel mondo della cerealicoltura ove a partire dall’inizio dello scorso secolo è stata operata un’intensa opera di selezione da parte dell’uomo che ha portato all’individuazione di varietà all’interno delle popolazioni italiane di grano, orzo, avena, farro, ecc. Tale operazione ha provocato la quasi completa estinzione delle vecchie popolazioni di cereali sopravvissute in rarissimi casi grazie all’opera degli agricoltori che continuavano a riprodurre il proprio seme.
Attualmente, dopo la “guerra” degli anni ’80 attorno alla brevettazione delle sementi e degli OGM sono state effettuate tutta una serie di azioni atte a normare l’accesso alle risorse genetiche vegetali. Gli agricoltori sono diventati un elemento non imprescindibile, ma sicuramente importante, del complesso meccanismo attraverso il quale le semente ed il materiale vegetativo vengono diffusi, scambiati, innovati.
Rispetto alle classiche sementi riprodotte in situ/on farm il Farro della Garfagnana, essendo una popolazione, non può essere riprodotta semplicemente riseminando una quota del seme prodotto da un azienda. L’ampia variabilità pedoclimatica (ricordiamo che l’areale di coltivazione va da 400 a 1200 mslm) può infatti essere causa di una deriva genetica legata al punto esatto di coltivazione. I risultati del PIF FaGaDOP hanno portato all’individuazione di 4 lotti che necessitano di riproduzione separata ed unione in proporzioni prestabilite al fine della produzione del seme.
Si vuole quindi ricorrere ad un sistema sementiero locale al fine di avviare il processo di mantenimento del germoplasma e di produzione del seme.
La coltivazione dei cereali atti a produrre seme necessità, inoltre, di tutta una serie d’attenzioni atte a ottenere semi sani e di dimensioni elevate. Il modello agronomico da adottare per la produzione di seme di farro in Garfagnana ha necessità di essere adeguato rispetto al metodo di coltivazione tradizionale, fatto con un’agricoltura minimale caratterizzata da regole più restrittive dell’agricoltura biologica.


Obiettivo
Obiettivo principale del progetto di cooperazione è quello di sviluppare un modello semplificato di riproduzione del seme di Farro della Garfagnana. Tale modello dovrà garantire il mantenimento della purezza del seme e l’ampia variabilità genetica nei rapporti prestabiliti fra i differenti ideotipi provenienti da diversi lotti autoctoni.

Azioni:
1 - Messa a punto del modello di riproduzione e mantenimento in purezza del seme
2 - Allestimento e gestione dei campi riproduzione del seme
3 - Messa a punto del sistema di raccolta, pulitura e conservazione


Attuatori
Il progetto prevede la partecipazione di due aziende agricole, la cooperativa Garfagnana Coop Alta Valle Del Serchio Soc Coop ARL e Mattei Edoardo, e un organismo di ricerca, il DAGRI.
L’organismo di ricerca detiene le competenze necessarie per la definizione di un modello di mantenimento del germoplasma del seme di Farro della Garfagnana, per l’individuazione dei pericoli di deriva genetica, di erosione genetica e di inquinamento genetico.
L’azienda agricola capofila ha la volontà, la necessità e la strumentazione per realizzare un modello di riproduzione del seme volto ad evitare i pericoli sopra elencati. L’azienda Mattei rappresenta un importante elemento di replicazione delle attività e quindi di riduzione dei rischi legati ad un unico campo di moltiplicazione del materiale.